Proclama per la Difesa dell’Ospedale di Sapri

> “Prima vennero a prendere gli ebrei,
e non dissi nulla perché non ero ebreo.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e non dissi nulla perché non ero comunista.
Poi vennero a prendere i sindacalisti,
e non dissi nulla perché non ero sindacalista.
Poi vennero a prendere me,
e non era rimasto nessuno a protestare.”
– Martin Niemöller



Cittadini di Sapri,
ragazzi, studenti, lavoratori, genitori, nonni: oggi tocca a noi alzare la voce.

Stanno smantellando il nostro ospedale, pezzo dopo pezzo, reparto dopo reparto, silenziosamente, come chi spera che nessuno se ne accorga. Ma non possiamo restare zitti.

Oggi chiudono un servizio, domani una sala operatoria, dopodomani non ci sarà più nemmeno un pronto soccorso degno di questo nome.
E quando avremo bisogno, quando il tempo sarà vita, dovremo sperare che qualcun altro ci accolga. Ma chi ci accoglierà, se tutti fanno lo stesso gioco?

Non possiamo aspettare che venga il nostro turno.
Non possiamo lasciare che chi ha il diritto alla salute venga lasciato indietro.
Non possiamo, soprattutto, fingere di non vedere.

Giovani di Sapri, tocca a voi adesso. Non restate a guardare. Informatevi, chiedete, parlate con le vostre famiglie, con i vostri amici, con i vostri professori. Fate domande. Pretendete risposte. Il futuro di questo territorio vi appartiene più di quanto crediate.

La storia ce lo insegna: il silenzio è complice.
Noi invece scegliamo la voce.
Scegliamo di resistere.
Scegliamo di difendere il nostro ospedale.

Sapri non si tocca.
La salute non si smantella.
La dignità non si baratta.

Adesso, tutti uniti, chiediamo: cosa sta succedendo davvero all’ospedale di Sapri?

Tutti hanno l’obbligo di sapere cosa sta succedendo e quale futuro stiamo costruendo.

Marco Digireale Costanzo

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